Un nuovo modo di concepire la giustizia ispira il governo di Lega e Movimento 5 Stelle: il populismo penale. Alla razionalità si sostituisce l’emotività delle vittime di reati; al rispetto della dignità umana subentra la collera, che spinge a vedere nel delinquente un nemico da eliminare; la proporzionalità della pena cede il posto a un estremismo sanzionatorio che pretende dal giudice pene sempre più aspre; il carcere, infine, diventa il luogo elettivo per segregare chi ha sbagliato, al fine di garantire al massimo la sicurezza collettiva. Questo grande falò della cultura moderna, da Beccaria alla nostra Costituzione letta con la lente della Carta europea dei diritti umani, provoca un inesorabile slittamento verso la vendetta. La legittima difesa domiciliare è ormai trasformata in un fai-da-te punitivo che esalta il ruolo degli «onesti» come avanguardie di un popolo tanto coraggioso da sparare sulla soglia della casa o del negozio. Si boccia la discrezionalità dei giudici, definita «buonista» quando modella la pena sulla personalità dell’imputato, o «sabotatrice» della certezza della condanna se proscioglie da reati minori e senza danno. Insomma, è la sicurezza collettiva l’altare su cui viene immolato il garantismo e sacrificata persino la prescrizione del reato, bollata come un tradimento dei diritti delle vittime della criminalità. Sull’onda del furore punitivo anche il processo penale viene sospinto verso le sabbie mobili della giustizia sommaria. In questa visione, i magistrati sarebbero un’élite incapace di fronteggiare la criminalità con il pugno di ferro. Si apre così uno scenario dominato dall’incubo di una regressione all’immoralità della giustizia vendicativa.
Ennio Amodio
Ennio Amodio, avvocato penalista, è professore emerito di procedura penale all’Università di Milano. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Mille e una toga. Il penalista tra cronaca e favola (Giuffrè, Milano 2010) e Estetica della giustizia penale.Prassi, media, fiction (Giuffrè, Milano 2016).
Valentina Stella, Il Dubbio, 16/01/2021
«La giustizia non può sposare del tutto le attese delle vittime». Intervista.
, Il Foglio, 13/02/2020
A FUROR DI POPOLO
Sergio Lorusso, Gazzetta del Mezzogiorno, 16/01/2020
MA LA GIUSTIZIA NON SI AMMINISTRA "A FUROR DI POPOLO"
, Il Gazzettino, 15/08/2019
IL FALLIMENTO DELLA POLITICA CHE E' MEGAFONO NON SOLUZIONE
, il Mattino, 15/08/2019
SE LA POLITICA DIVENTA SOLTANTO UN MEGAFONO
Mario Ajello, Il Messaggero, 15/08/2019
IL FALLIMENTO DELLA POLITICA COME MEGAFONO E NON SOLUZIONE
Giovanni Verde, Corriere del Mezzogiorno, 17/07/2019
LA GIUSTIZIA AL TEMPO DEL POPULISMO
, La Tribuna di Treviso, 30/06/2019
LA GOGNA IN SALSA SOVRANISTA
, La Provincia Pavese, 30/06/2019
SCENE DA MEDIOEVO CON LA GOGNA IN SALSA SOVRANISTA
, La Nuova di Venezia e Mestre, 30/06/2019
LA GOGNA IN SALSA SOVRANISTA
, Il Piccolo, 30/06/2019
SCENE DA MEDIOEVO CON LA GOGNA IN SALSA SOVRANISTA
, Il Mattino di Padova, 30/06/2019
LA GOGNA IN SALSA SOVRANISTA
, La Gazzetta di Reggio, 30/06/2019
SCENE DA MEDIOEVO CON LA GOGNA IN SALSA SOVRANISTA
Massimiliano Panerari, La Stampa, 30/06/2019
L'ARMA DELLA GOGNA CONTRO L'AVVERSARIO
Guido Vitiello, Il Foglio, 15/06/2019
LA DEA GIUSTIZIA VITTIMA DELLE FURIE EMERGENZA ED ESASPERAZIONE
Carmelo Caruso, Il Giornale, 10/06/2019
IL "POPULISMO PENALE" DEI GIALLOVERDI
Pane quotidiano
L’invisibile mercato mondiale del grano tra XIX e XX secolo
L'economia, la politica, i luoghi
Scritti per Fabrizio Barca
Umberto Terracini
Un comunista solitario
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La svolta a destra di una città operaia
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Nikolaj Vavilov, pioniere della biodiversità